Vincolo paesaggistico e condono edilizio

1.1. L’ingiunzione di demolizione e, del pari, i provvedimenti in materia edilizia aventi carattere vincolato (susseguenti alla mera verifica della ricorrenza delle condizioni di legge che qualificano l’opera come abusiva o la rendono insanabile) hanno natura di atto dovuto, scaturente dall’abuso medesimo, cosicché le conseguenze che da questo derivano non possono essere ignorate dal destinatario e, pertanto, non sussistono esigenze partecipative (cfr., per tutte, Cons. Stato – Sez. V, 28 aprile 2014 n. 2196). 

1.2. Ove l'Amministrazione Comunale rigetti la domanda di condono e al contempo ordini la demolizione del manufatto abusivo, non rileva la mancanza del preavviso di diniego ex art. 10-bis della legge n. 241/90, in virtù di quanto disposto del successivo art. 21-octies, nel momento in cui risulti palese che l’opera abusiva non potrebbe essere condonata.

Per quanto riguarda il condono di interventi edilizi abusi ricadenti in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, l’art. 32, commi 26 e 27, D.L. n. 269/2003 conv. in legge n. 326/2003, esclude la possibilità di conseguire il condono qualora sussistano congiuntamente due condizioni ostative: 

a) il vincolo di inedificabilità sia preesistente all'esecuzione delle opere abusive; 

b) le opere realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo non siano conformi alle norme e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici (cfr. T.A.R. Campania, Sez. VII, 10 gennaio 2014 n. 160, nonché Cons. St., Sez. IV, 17 settembre 2013 n. 4619).