Sicurezza pubblica: richiesta la motivazione per il diniego dell'istanza di ammonimento.

Sicurezza pubblica

Premassima

1. In materia di pubblica sicurezza, è necessaria la motivazione per il rigetto dell'istanza di ammonimento presentata ex art. 8, d.l. n. 11/2009.

Principio

1. In materia di pubblica sicurezza, è necessaria la motivazione per il rigetto dell'istanza di ammonimento presentata ex art. 8, d.l. n. 11/2009.

Sul punto, il Supremo Consesso, in materia di pubblica sicurezza, ha rilevato preliminarmente che l’ammonimento orale, previsto dall’art. 8, d.l. 23 febbraio 2009, n. 11, è una misura deputata a svolgere una funzione avanzata di prevenzione e di dissuasione dei comportamenti sanzionati dall’art. 612-bis c.p.; sicché ai fini della sua emissione, non è richiesta la piena prova della responsabilità dell’ammonito per le ipotesi di reato perseguite dal cit. art. 612-bis c.p., ma il provvedimento monitorio può trovare sostegno in un quadro istruttorio da cui emergano, anche sul piano indiziario, eventi che recano una lesione alla riservatezza della vita di relazione, anche solo potenziale, all’integrità della persona. Difatti, lo stesso ammonimento, deve applicarsi sulla base di una logica dimostrativa a base indiziaria e di tipo probabilistico. Il Collegio ciò posto, ha chiarito che l’ammonimento è un provvedimento discrezionale, chiamato ad effettuare una delicata valutazione delle condotte poste in essere dallo stalker in funzione preventiva e dissuasiva, e deve, pertanto, essere adeguatamente motivato, ai sensi dell’art. 3, L. n. 241/1990 affinché non siano immotivatamente frustrate le esigenze di tutela della collettività e dei singoli, nel caso delle misure di cui all’art. 8, d.l. n. 11/2009. In altri termini, il Consiglio di Stato, nel caso de quo, ritiene necessario che il diniego dell'istanza di ammonimento presentata ex art. 8, d.l. n. 11/2009, debba essere motivato.