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Perenzione

Giustizia amministrativa

Sull’inidoneità dell’istanza di fissazione depositata dall’appellata ad evitare l’estinzione per perenzione dell’appello principale e dell’appello incidentale ad esso condizionato; idoneità invece riscontrabile in relazione all’appello incidentale improprio
Cons. St., Sez. 3, Sentenza 27 giugno 2013, n. 03526

Massima

Sull’inidoneità dell’istanza di fissazione depositata dall’appellata ad evitare l’estinzione per perenzione dell’appello principale e dell’appello incidentale ad esso condizionato; idoneità invece riscontrabile in relazione all’appello incidentale improprio.
L’istanza di fissazione depositata solo dall’appellata non è idonea a salvare l’appello principale da una pronuncia di estinzione per perenzione a norma dell'art. 35, comma 2, lett. b), cit., con conseguente improcedibilità per carenza di interesse dell’appello incidentale condizionato, che, innestandosi sulla domanda principale dell'appellante ed essendo quindi geneticamente collegato all'appello principale, tende a vanificarne l'esito.
Quanto invece all’appello incidentale improprio (che, proposto nello stesso giudizio per il principio di concentrazione delle impugnazioni di cui all'art. 333 c.p.c., è del tutto indipendente dagli esiti dell'impugnazione principale), la nuova istanza di fissazione d’udienza presentata ritualmente ai sensi dell’art. 82, comma 2, c.p.a., vale a salvarne l’efficacia e dunque la procedibilità. 

Cons. St., Sez. 3, 27 giugno 2013, n. 03526
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