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Efficacia probatoria di dichiarazioni sostitutive di atto notorio

Urbanistica e edilizia Beni culturali e paesaggistici

1. Ricorso giurisdizionale. Abusi edilizi. Vincolo paesistico. Preesistenza delle opere presunte abusive. Onere della prova. È a carico del privato. Atto notorio. Irrilevanza. Verbale di sopralluogo formato da funzionari pubblici. È atto pubblico. Piena prova fino a querela di falso. 2. (segue): atto vincolato. Motivazione in ordine all'interesse pubblico. Non necessita.
Cons. St., Sez. 6, Sentenza 3 ottobre 2014, n. 04957

Principio

1. Ricorso giurisdizionale. Abusi edilizi. Vincolo paesistico. Preesistenza delle opere presunte abusive. Onere della prova. È a carico del privato. Atto notorio. Irrilevanza. Verbale di sopralluogo formato da funzionari pubblici. È atto pubblico. Piena prova fino a querela di falso.
1.1. L’autorizzazione paesistica, la quale è preordinata a garantire un armonioso sviluppo della zona protetta che si vuole tutelare per la particolarità ed unicità della sua bellezza, costituisce atto autonomo e presupposto del permesso di costruire, i cui lavori è onere della parte provare nella loro legittimità sulla base di precisi e persuasivi indizi.
1.2. Qualora in sede di giudizio avverso l'ordinanza di demolizione di alcune opere ritenute abusive per violazione del vincolo paesistico insistente sulla zona, il privato eccepisca la preesistenza delle opere rispetto al vincolo, non interviene alcun inversione dell'onere della prova tale per cui sia l'Amministrazione a provare giudizialmente i fatti posti a base della sua azione bensì, vale il principio generale di cui all'art. 2697 c.c. secondo il quale chi realizza interventi ritenuti abusivi, su immobili esistenti, è tenuto a dimostrare rigorosamente, se intende evitare le misure repressive di legge, lo stato della preesistenza, posto che, in tali casi, solo il privato dispone, ed è normalmente in grado di esibire, la documentazione idonea al fine di fornire utili elementi di valutazione quali fotografie con data certa dell'immobile, estratti delle planimetri catastali, il progetto originario e i suoi allegati, e quant’altro di utile.
1.3. In materia di realizzazione di opere edilizie pretese abusive per contrasto con il vincolo paesistico insistente sulla zona, qualora il proprietario intenda sostenere la preesistenza delle stesse al vincolo in questione la produzione di una dichiarazione sostitutiva di atto notorio non può assurgere al rango di prova, seppure presuntiva, sull'epoca di anteriore realizzazione dell'abuso edilizio-paesaggistico rispetto al vincolo apposto, in assenza di minimi riscontri documentali o di altri elementi di prova eventualmente anche indiziari ma concordanti (Cons. St., sez. VI, 5 agosto 2013, 4075; Sez. IV, 14 febbraio 2012, n. 703; Sez. V, 6 giugno 2001, n. 3067).
1.4. Il verbale redatto e sottoscritto dagli agenti e dai tecnici del comune a seguito di sopralluogo, attestante l'esistenza di manufatti abusivi, costituisce atto pubblico, fidefaciente fino a querela di falso, ai sensi dell'art. 2700 c.c., delle circostanze di fatto in esse accertate, sia relativamente allo stato di fatto e sia rispetto allo status quo ante.

2. (segue): atto vincolato. Motivazione in ordine all'interesse pubblico. Non necessita.
In materia di realizzazione di opere abusive poiché in contrasto con il vincolo paesistico insistente sulla zona, l'Amministrazione non è tenuta a individuare esattamente l'interesse sotteso alla demolizione delle opere, in quanto l’accertamento della realizzazione di lavori senza titolo in zona paesaggistica determina l’obbligo per l'autorità comunale di ripristino dell’interesse pubblico paesaggistico violato (costituzionalmente protetto dall’art. 9 quale valore prioritario e assoluto) sotto l’aspetto della legittimità dell'intervento edilizio eseguito rispetto ai valori paesaggistici compendiati nel vincolo. 

Cons. St., Sez. 6, 3 ottobre 2014, n. 04957
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