Autorizzazione ambientale e le prescrizioni degli obblighi
Ambiente, parchi e aree protette Giustizia amministrativa
Premassima
È un’autorizzazione
costitutiva in materia ambientale quella concessa per un lasso di tempo
prestabilito per cui non è previsto alcun diritto precostituito del destinatario
In materia ambientale l’autorizzazione
assume i connotati tipici dell’autorizzazione costitutiva, la quale è accordata
per un lasso di tempo prestabilito, ragion per cui non è previsto alcun diritto
predeterminato in capo al destinatario al conseguimento della stessa. Tuttavia,
può sempre essere rilasciata soltanto dopo che la pubblica amministrazione abbia
esaminato i diversi interessi di maggiore rilevanza che emergano nel corso dell’iter
procedimentale.
Principio
Il Supremo Consesso nella sentenza emarginata in epigrafe, partendo dalla trattazione
etimologica del termine “prescrizione” che letteralmente designa l’atto di
scrivere o imporre davanti qualcosa a qualcuno, ha chiarito che nel suo significato
assoluto il concetto di prescrizione si distingue in prescrizione estintiva e
prescrizione acquisitiva.
Le c.d. “prescrizioni di obblighi” denotano a quali obblighi viene
subordinata la validità e l’efficacia dell’autorizzazione, in sostanza indicano
quali sono gli obblighi cui deve adempiere e conformarsi il destinatario dell’atto,
al fine di poter eseguire legittimamente l’attività consentita. Pertanto, la
misura prescrittiva de qua pone una sorta di condicio juris al
provvedimento, giacché solo in seguito al suo adempimento l’autorizzazione
sortisce i suoi effetti tipici.
Concretamente in forza dell’art. 208, comma 1, del d.lgs. 3 aprile 2006, n.
152, i soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di
smaltimento o di recupero di rifiuti dovranno presentare opportuna domanda “allegando
il progetto definitivo dell’impianto” e la documentazione tecnica prevista per
la realizzazione del progetto stesso dalle disposizioni vigenti in materia
urbanistica, di tutela ambientale, di salute e sicurezza sul lavoro e di igiene
pubblica.
Quindi pur valutando la natura giuridica dell’A.I.A. quale tipica
autorizzazione costitutiva, in quanto è “concessa” per un tempo prestabilito, per
cui non vi è in capo al destinatario alcun precostituito diritto a ottenerla,
in pratica il provvedimento di autorizzazione gravato ha consentito la
realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti, senza poterne apprezzare i
dettagli relativi al contenimento dell’impatto ambientale, in quanto quest’ultimi
sono stati oggetto di un ragguardevole numero di prescrizioni da esternalizzare
sostanzialmente la riprogettazione di gran parte dell’impianto dal
provvedimento e dal procedimento previsto dalla legge.
Se ne deduce, pertanto, che la disciplina normativa in materia richieda che
gli enti e/o gli organi si pronuncino positivamente nel merito dell’incidenza
ambientale, anziché differire a posteriori e/o demandare ad altri l’individuazione
di soluzioni progettuali mai vigilate in via preventiva.