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Abusi edilizi

Urbanistica e edilizia

Motivazione del provvedimento repressivo di abuso edilizio. Rilevanza del lasso temporale che intercorre tra la conoscenza dell’abuso da parte della PA e il provvedimento sanzionatorio
T.A.R. Veneto, Sez. 2, Sentenza Breve 28 novembre 2013, n. 01333

Principio

Motivazione del provvedimento repressivo di abuso edilizio. Rilevanza del lasso temporale che intercorre tra la conoscenza dell’abuso da parte della PA e il provvedimento sanzionatorio.

1. L’abuso edilizio ha carattere permanente, di modo che sussiste l’obbligo per l’amministrazione di ordinare la rimozione delle opere abusive, senza alcun particolare obbligo di motivazione circa la sussistenza del pubblico interesse alla loro rimozione.
2. A fronte della motivazione in re ipsa che incontra l’ordine di demolizione dell’abuso edilizio all’esito dell’accertamento della sua esistenza, il lasso temporale che fa sorgere l’onere di una motivazione rafforzata in capo all’Amministrazione non è quello che intercorre tra il compimento dell’abuso e il provvedimento sanzionatorio, ma quello che intercorre tra la conoscenza dell’illecito e il provvedimento sanzionatorio adottato, con l’avvertenza che in mancanza della conoscenza della violazione non può consolidarsi in capo al privato alcun affidamento giuridicamente apprezzabile, il cui sacrificio meriti di essere adeguatamente apprezzato in sede motivazionale (cfr. C.d.S., Sez. V, 9.9.2013, n. 4470).

T.A.R. Veneto, Sez. 2, 28 novembre 2013, n. 01333
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