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Abusi edilizi

Urbanistica e edilizia

Sull'applicazione del principio tempus regit actum nel procedimento di sanatoria di manufatti abusivi. Necessità che, in caso di sopravvenienza di vincoli di inedificabilità assoluta, il rilascio della concessione in sanatoria sia subordinato al parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo
Cons. St., Sez. 6, Sentenza 6 maggio 2013, n. 02409

Principio

Sull'applicazione del principio tempus regit actum nel procedimento di sanatoria di manufatti abusivi. Necessità che, in caso di sopravvenienza di vincoli di inedificabilità assoluta, il rilascio della concessione in sanatoria sia subordinato al parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo.

1. Il vincolo gravante sui territori costieri implica un regime di inedificabilità assoluta, ai sensi dell'art. 33 legge 28 febbraio 1985, n. 47. Detto vincolo è ora disciplinato dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, ma la relativa disciplina non può ritenersi introdotta dal Codice Urbani, essendo invece riproduttivo di quel regime vincolistico ex lege, ben più risalente nel tempo. Il vincolo paesistico sui territori costieri compresi in una fascia di 300 metri dalla linea di battigia, in relazione all’intero territorio nazionale, è stato per la prima volta imposto con d.m. 21 settembre 1984 (recante Dichiarazione di notevole interesse pubblico dei territori costieri, dei territori contermini ai laghi, dei fiumi, dei torrenti, dei corsi d'acqua, delle montagne, dei ghiacciai, dei circhi glaciali, dei parchi, delle riserve, dei boschi, delle foreste, delle aree assegnate alle Università agrarie e delle zone gravate da usi civici), poi seguito dalle norme primarie di cui alla l. 8 agosto 1985, n. 431, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312, assorbito poi dal d.lgs. 29 ottobre 1999, n, 490.
2. In base alle conclusioni raggiunte dall’Adunanza plenaria del 22 luglio 1999. n. 20 circa la disciplina del condono edilizio della legge n. 47 del 1985 e delle connesse questioni (poste dall’art. 33) relative ai procedimenti di condono riguardanti territori con vincoli di inedificabilità relativa, si deve avere riguardo al regime vincolistico sussistente alla data di esame della domanda di sanatoria, secondo il principio tempus regit actum.
3. Quanto ai vincoli di in edificabilità assoluta, se è vero che alla stregua dell’art. 33 l. n. 47 del 1985 il vincolo di inedificabilità assoluta non può operare in modo retroattivo, tuttavia non si può considerare inesistente per il solo fatto che sia sopravvenuto all’edificazione (ciò che paradossalmente porterebbe a ritenere senz’altro sanabili gli interventi, i quali pertanto fruirebbero di un regime più favorevole di quello riservato agli abusi interessati da vincoli sopravvenuti di inedificabilità relativa). Pertanto, se il vincolo di inedificabilità assoluto sopravvenuto non può considerarsi sic et simpliciter inesistente, ne discende che gli va applicato lo stesso regime della previsione generale dell’art. 32, comma 1, della stessa legge n. 47 del 1985, che subordina il rilascio della concessione in sanatoria per opere su aree sottoposte a vincolo al parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo medesimo (cfr. Cons. Stato, sez. VI, 7 ottobre 2003, nr. 5918; sez. IV, 14 febbraio 2012 n.731).

Cons. St., Sez. 6, 6 maggio 2013, n. 02409
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